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IMPRESA DI PRODUZIONE DI TEATRO DI INNOVAZIONE NELL'AMBITO DELLA SPERIMENTAZIONE
Antigone
Libertà personale e ragion di sato sembrano attualmente in conflitto. Le categorie di cosa è necessario e giusto vengono ridefinite giorno per giorno da ognuno di noi. Convinti, come siamo, che il teatro resti necessario e che necessiti di contatto con il pubblico dal vivo, e non possa ridursi ad eventi in streaming e sulle varie piattaforme online, durante il periodo del Lockdown, seguendo una nostra personale strategia di resistenza alla digitalizzazione della vita culturale, sociale, affettiva, insomma della vita tout-court, abbiamo lavorato ad una versione bilingue di “Antigone” di Sofocle, da proporre su invito negli appartamenti delle persone interessate.
Perché Antigone?
“Antigone” si occupa di questioni cui è difficile dare una risposta chiara e univoca. Tocca e tratta valori personali, interni, e valori comuni, doveri irrimandabili e irrinunciabili. “Antigone” ci interroga da millenni. E soprattutto in tempi di crisi, sembra quasi obbligato ritornare al conflitto tra Creonte e Antigone, tra Antigone e Ismene, tra Creonte ed Emone. Il conflitto tra potere e responsabilità, tra resistenza e colpa, tra compassione e hybris. Antigone ci parla di una visione del mondo che non si esaurisce nel presente. Ci parla di donne e uomini, di guerra e riconciliazione, di passato e futuro, di comunicazione e incomprensione, di lingua e traduzione, di corpo e mente, di vita e morte. Ci parla del bisogno del teatro. Antigone ci parla di tutto questo e di molto altro e tutto questo è di assoluta rilevanza per la nostra situazione presente.
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Il progetto è inoltre un tentativo di trovare un modo per continuare ad esplorare I temi suddetti con il nostro mezzo specifico, che è il teatro DAL VIVO di fronte ad un pubblico VIVO. C’è davvero bisogno di quello che facciamo? Ci sono persone disposte a supportare ciò che facciamo? È una domanda che ci poniamo ogni giorno, e non solo da ieri. Allora: è possibile portare questo questo dialogo, questo discorso, in quanto discorso pubblico, nelle case private delle persone e provare a interrogarci insieme?
Il nostro obiettivo è organizzare il maggior numero possibile di repliche nel maggior numero possibile di appartamenti, a Berlino e altrove, in Italia e in Europa. Ci rivolgiamo a tutti coloro, amici, sostenitori, spettatori, che possono avere voglia, necessità o anche solo curiosità, di entrare in contatto con questo modo di pensare e fare teatro.
Questo progetto è per noi una possibilità di continuare nel nostro lavoro che consiste, alla fine naturalmente di un precedente lavoro di ricerca e di prove, proprio nell’ incontro e scambio con il pubblico. Ci offre insomma una prospettiva, che è ciò che in questo momento principalmente manca.
Regie/regia di Barletti/Waas
con Lea Barletti und Werner Waas
sound design Chor di Luca Canciello
traduzioni di Friedrich Hölderlin (deutsch), Fabrizio Sinisi (italienisch)
e coprodotto con Festival Crisalide di Forlì
Lea Barletti e Werner Waas si sono conosciuti molti anni fa a Roma. Da allora vivono e lavorano insieme, prima a Roma, poi a Monaco di Baviera, quindi a Lecce e attualmente a Berlino. Hanno fatto due figli, insieme.
Lea Barletti è attrice e performer, romana di nascita ma di origini leccesi. Lavora per diversi anni con la compagnia Solari-Vanzi e altri gruppi della scena sperimentale romana e nazionale. Si trasferisce per 5 anni a Lecce, dove, insieme al compagno Werner Waas, fonda il gruppo Induma Teatro. Induma Teatro è tra i fondatori del centro culturale Manifatture Knos, tuttora attivo. Inizia la collaborazione con la compagnia Factory di Tonio De Nitto, come attrice nello spettacolo Romeo e Giulietta. A Berlino, porta avanti la propria personale ricerca tra danza, instant composition e performance poetica, e prosegue la ricerca nell’ambito della drammaturgia contemporanea. Ultimamente ha intensificato il lavoro di scrittura, il suo primo testo teatrale, Monologo della buona madre, ha ottenuto la menzione speciale al premio Caldarella per il teatro e ha debuttato il 3 agosto 2018 nel Festival Teatri della Cupa.
Werner Waas nasce nel 1963, in Baviera. Nel 1986 lascia la Germania per l’Italia. Si forma con numerosi registi quali: Carlo Cecchi, Massimo Castri, Giancarlo Cobelli, Sandro Sequi, Federico Tiezzi. Nel 1993 fonda (insieme a Paolo Musio, Fabrizio Parenti e Massimo Bellando Randone) la compagnia Quellicherestano, che è tra i fondatori di Area06. Dal 2007 lavora alle Manifatture Knos di Lecce: insieme a Lea Barletti e Cecilia Maffei fonda la compagnia Induma. Inizia un lunga collaborazione con il Tony Clifton Circus. Nel 2012 si trasferisce a Berlino e inizia la collaborazione con ItzBerlin e.V.. Con Lea Barletti fonda la compagnia Barletti/Waas. Producono Autodiffamazione/Selbstbezichtigung di Peter Handke, Tristezza&Malinconia di Bonn Park, Materiali per una tragedia tedesca di Antonio Tarantino. È responsabile dell’Itz Berlin per il progetto FabulaMundi – Playwriting Europe.
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